Ortodonzia
Prevenzione, diagnosi e cura delle malocclusioni.
Cosa s’intende per malocclusione?
La malocclusione è un’errata chiusura delle arcate dentarie che consegue ad un’anomalia di sviluppo e posizione dei denti e/o delle ossa mascellari. La posizione non corretta dei denti può determinare alterazioni estetiche del sorriso ma anche alterazioni funzionali dell’apparato masticatorio. La posizione non corretta dei mascellari causa vari tipi di deformazioni scheletriche facciali che si accompagnano sempre ad alterazioni sia estetiche che funzionali.
Qual è la causa delle malocclusioni?
Le cause possono essere rappresentate da fattori ereditari, trasmessi quindi dai genitori, e da fattori ambientali. Tra i fattori ambientali vanno menzionate le abitudini viziate prolungate come il succhiamento del pollice, del ciuccio o altri oggetti, la respirazione orale, la deglutizione infantile, la perdita prematura dei denti da latte o permanenti (per carie o traumi).
Le malocclusioni possono essere classificate come segue:
- Classe I: problema di natura esclusivamente dentale (denti disallineati, ruotati, sovrapposti, eccessivamente spaziati ecc) in presenza di corretti rapporti scheletrici tra mascellare superiore e mandibola;
- Classe II: mascellare superiore posizionato troppo in avanti o mandibola retroposta o entrambe le condizioni associate;
- Classe III: mandibola posizionata troppo in avanti o mascellare superiore troppo indietro o entrambe le condizioni;
- Morso aperto: in occlusione i denti posteriori sono a contatto mentre tra gli anteriori rimane uno spazio;
- Morso profondo: in occlusione gli incisivi superiori coprono eccessivamente gli inferiori;
- Morso incrociato: monolaterale o bilaterale. In occlusione alcuni denti superiori occludono all’interno rispetto agli inferiori con possibile deviazione della mandibola ed asimmetria facciale.
Quando è opportuno sottoporsi ad una visita ortodontica?
Poiché alcune malocclusioni, come i morsi incrociati e le III classi, richiedono un trattamento in età precoce, si consiglia di sottoporsi ad una prima visita già intorno ai 4 anni, quando tutti i denti da latte sono ancora presenti in bocca.
La prima visita ha lo scopo di “intercettare” eventuali disarmonie dentali e/o scheletriche che, se non corrette in fase di crescita, difficilmente possono essere risolte più tardi. La terapia precoce o intercettiva serve a prevenire l’instaurarsi di molte malocclusioni.
In quali casi bisogna portare il bambino dall’ortodontista?
In presenza di queste situazioni è opportuno sottoporre il bambino ad una visita ortodontica:
- perdita precoce o tardiva dei denti
- affollamento e malposizione dei denti
- difficoltà nel masticare, nel parlare o nel chiudere la bocca
- succhiamento del dito o altre abitudini viziate
- denti “sporgenti”
- serramento o digrignamento dentale
- mascellari che deviano nella chiusura
- rumori dell’articolazione mandibolare
Come si svolge la prima visita ortodontica?
La prima visita, fondamentale per poter fare una diagnosi ortodontica, è una valutazione clinica obiettiva del paziente che permette di stabilire lʼesigenza di ulteriori approfondimenti diagnostici del caso. Serve a valutare la tipologia scheletrica del paziente, il tono muscolare, il tipo di respirazione, la postura della lingua, eventuali abitudini viziate e lʼigiene. Se la valutazione clinica non mette in evidenza alcun tipo di anomalia l’ortodontista può decidere di rivedere il bambino negli anni successivi per verificare nel tempo il corretto sviluppo della dentatura e la crescita delle strutture scheletriche del complesso cranio-facciale. Nel caso si evidenzi una situazione anomala, l’ortodontista potrà richiedere degli esami diagnostici quali radiografie o altri esami strumentali al fine di elaborare un piano di trattamento personalizzato. Lo studio del caso si avvarrà dell’ausilio di modelli in gesso delle arcate dentali, di fotografie e di radiografie dei denti (ortopantomografia) e del cranio (teleradiografia). In alcuni casi potranno essere richiesti esami aggiuntivi, quali, TAC, risonanza magnetica, elettromiografia ecc. Potranno essere richieste consulenze di altri specialisti (logopedista, otorinolaringoiatra, ecc). Lo studio del caso permette di stabilire un piano di trattamento e di definirne anche i tempi ed i costi.
In cosa consiste il trattamento ortodontico?
È una procedura terapeutica che l’ortodontista, dopo aver eseguito una diagnosi ed elaborato un piano di trattamento, mette in atto per correggere la malocclusione. Si avvale dell’utilizzo di apparecchiature rimovibili (placche, apparecchi funzionali, trazioni extraorali) o fisse. Gli apparecchi fissi costituiti da attacchi ortodontici (bracket) possono essere metallici o, in alcuni casi, costituiti da materiale estetico. Inoltre esiste la possibilità di incollare gli attacchi internamente (sulla superficie linguale dei denti) e, in tal modo, l’apparecchio diventa completamente invisibile (ortodontia linguale).
Un’altra tecnica consiste nell’utilizzo di mascherine rigide trasparenti, praticamente invisibili, che spostano i denti mentre vengono indossate.
Gli adulti possono sottoporsi a terapia ortodontica?
In realtà non c’è limite d’età per il trattamento perciò anche gli adulti possono essere sottoposti a terapia ortodontica. Bisogna però precisare che le possibilità terapeutiche nel paziente in età evolutiva sono maggiori rispetto al paziente che ha completato la crescita e nel quale è possibile correggere solo le alterazioni dentali, mentre le problematiche scheletriche più complesse possono essere risolte solo attraverso un intervento di chirurgia maxillo-facciale.
Quanto dura un trattamento ortodontico?
La durata del trattamento varia in funzione dell’età del paziente, della gravità della malocclusione e del grado di collaborazione del paziente. In genere la terapia intercettiva dura circa 1-2 anni. Il trattamento in dentizione permanente può durare dai 6 mesi nei casi più semplici, ai 2 anni nei casi più complessi.
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